mercoledì 25 giugno 2014

Perché è importante guardare le opere d'arte dal vivo ( considerazioni su Salvatore Filia)

La maggior parte dei fruitori delle opere d'arte si affida al giudizio di critici e curatori, forse perché non ha fiducia nel proprio sentire o forse perché non ha la possibilità di vedere di persona le opere e quindi ha bisogno di qualcuno che si faccia portatore di ciò che ha colto con i propri occhi e il proprio cuore.
Conosco l'artista Salvatore Filia da quando avevo diciassette anni.
Frequentava il mio Atelier "Novecento" e ho avuto il piacere di incorniciare le sue bellissime opere di arte figurativa di quegli anni (1979/80 circa).
Si distingueva dalla massa per l'originalità dei soggetti,come il verdissimo "venditore di cravatte", (attualmente facente parte della collezione privata di Claudia Varga) e per la particolarissima texture osservabile solo guardando di persona le opere. Una texture molto affascinante dove il colore che immediatamente colpisce il fruitore svela uno strato più profondo generalmente scuro.
Ci siamo persi di vista per quasi trent’anni perché io ho cambiato regione e quando sono rientrata, ho chiesto di lui e di altri artisti che stimo perché stavo organizzando un evento d'arte.
Mi hanno detto che Salvatore Filia aveva cambiato stile e mi hanno mostrato una foto di un'opera del suo nuovo percorso.
Non nascondo che la cosa mi ha addolorato, non lo riconoscevo più e mi sentivo come "tradita" come chi si dedica con passione all'ascolto di un musicista Jazz e poi vantando le sue doti scopra che si sia convertito al folk.
Per fortuna però, io non sono una di quelle che pende dalle labbra dei critici d'arte per cui la settimana scorsa sapendo che c'era una mostra di Salvatore Filia sono andata a vedere.
Meraviglia! Il passaggio dalla vecchia strada alla nuova è più che evidente... resta lo stile inconfondibile che gli è proprio, non più figure ma stessa texture... colori vivaci che lasciano intravedere colori cupi sottostanti in un bellissimo ed equilibrato risultato che in alcune opere si fa addirittura plastico.
Ecco quindi che in un attimo ho percepito e capito l'artista che lamentava la sofferenza creativa che l'ha condotto a evolversi. Non era il contenuto in sé delle opere che cercava ma l'emozione del gesto creativo.
Emozione che riesce a trasmettere con potenza.


Shikanu'